martedì 9 giugno 2015

Il concordato preventivo, statistiche e utilizzo.

E' stato pubblicato il rapporto Cerved sui fallimenti e sulle procedure per il primo trimestre del 2015 e i numeri evidenziano una leggera diminuzione dei fallimenti, rispetto al dato dei primi mesi dell'anno precedente, e una più consistente diminuzione dei concordati.
Per quanto riguarda l'anno 2014 il numero dei fallimenti, sempre in rapporto all'anno precedente, risulta aumentato mentre i concordati diminuiscono.
Viene da domandarsi se questi dati sono espressione di un trend o sono casuali.
La procedura del concordato, riformata nel 2012, presenta certamente diverse criticità e forse alcune di queste scoraggiano o rendono meno appetibile sia per i debitori che per i creditori il suo utilizzo.
Innanzitutto è una procedura molto costosa, gli onorari dell'advisor e dell'assevetore vengono spesso raddoppiati dai costi previsti per l'intervento del commissario giudiziale.
I creditori, soprattutto i chirografi, vengono soddisfatti con moneta faliimentare, cioè con percentuali troppo basse.
La transazione fiscale e quella previdenziale sono lunghe e farraginose.
Molte volte questa procedura viene usata dal debitore, specialmente nel caso del concordato in bianco, per prendere tempo e allentare o bloccare azioni individuali di recupero dei crediti.
Forse è necessario intervenire con delle modifiche che innovino questo strumento per renderlo, più veloce, meno costoso e più sicuro per i creditori.

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